
Il Manifeso futurista parlava chiaro. In un’epoca di cambiamenti Filippo Tommaso Marinetti e i suoi sono stati i personaggi che cavalcarono la rivoluzione. Secondo il credo futurista niente poteva rimanere immutato. Fedeli sostenitori dell’ingresso dell’Italia in guerra avevano un modo tutto loro di concepire anche la letteratura e l’arte.
All’interno della rivista “Poesia” i futuristi pubblicano i loro scritti. Buzzi, Cavacchioli, Folgore, Palazzaschi, Govoni e lo stesso Marinetti erano i principali autori.
Queste poesie sono non-poesie. Narrano in un modo diverso. Costituiscono una sorta di “poesia visiva”. Guardare per capire.