Fattore di primissimo piano in fatto di comunicazione è il FONT.
Graziato, non graziato, bold, light, regular, maiuscolo, minuscolo, medium, oblique, condensed o extended… in tutte le sue varianti il carattere in cui scriverete il vostro testo è tutt’altro che scontato, anzi, può dare un grosso contributo alla vostra creazione. Ma può fare anche un grosso danno! Un grafico si riconosce anche dal font: diffidate da subito da chi utilizza i caratteri in modo arbitrario o alquanto discutibile!
Una delle diatribe che divide il mondo della comunicazione nettamente in due è: ma tu (!) ami o odi l’helvetica??!
Il nome Helvetica deriva da Helvetia, nominativo latino di Svizzera, e nasce nel 1956.
La fonderia Haas era sull’orlo del fallimento a causa di una concorrente stamperia che dominava il mercato con il carattere Akzidenz Grotesk. Il direttore della fonderia incaricò un disegnatore freelance del disegno di un carattere nuovo, senza grazie, per rimettere in carreggiata l’azienda. Sull’onda dell’entusiasmo molti grafici dell’epoca utilizzarono questo font nell’immagine coordinata dei loro clienti, motivo per cui le aziende il cui logo è costruito sull’Helvetica superano il centinaio.
Più di qualcuno sta manomettendo il successo senza precedenti dell’Helvetica a causa del suo sovrasfruttamento.
In Helvetica in effetti sono tutte le maggiori comunicazioni che devono apparire di stampo istituzionale ma non troppo obsoleto e non troppo moderno.
[youtube wkoX0pEwSCw]In ogni studio di comunicazione sono riconoscibili l’epoca giovanile e schietta, l’epoca adolescenziale, l’eta adulta, la via del saggio… queste epoche sono identificabili attraverso l’uso dei font. Noi, come studio, stiamo superando la fase adolescenziale dei primi amori, tra cui c’è stato anche l’Helvetica.
Ma chi non si è mai innamorato dell’Helvetica? Un font giusto per tutto!
E tu (!) da che parte stai??!